Caffè Greco n.59
del mercoledì 15/12/2021
L’incontro con Giulio Malgara, Sergio Luciano e Paolo Possamai, programmato per le 17 e 30, è iniziato puntualmente con il saluto del Sindaco di Este Matteo Pajola che desidero ringraziare anche a nome di tutti i soci. Nell’augurarci una buona e istruttiva serata immediatamente prima di iniziare il Consiglio comunale ha ricordato i tempi difficili di pandemia che stiamo vivendo e la necessità che questa amministrazione di recente insediamento venga supportata da un appoggio condiviso e democratico nel sostenere soluzioni di sanità pubbliche sagge. In particolare ha ricordato la necessità per il nostro territorio di potere continuare ad avere un ospedale e non un centro unicamente Covid dedicato. L’utenza dell’ospedale di Schiavonia copre una zona vasta, diviene eccessivamente gravoso lo spostamento fino a Padova, Camposampiero o Citadella per fruire di diritti costituzionalmente sanciti e ormai a lungo sacrificati. Mi sembra doveroso accennare a queste difficoltà e proporre a chi legge anche queste considerazioni proposte dal Sindaco di Este Matteo Pajola.
Dopo i miei saluti la serata è entrata subito nel vivo dell’argomento con le acute osservazioni di Sergio Luciano. Dal 2006 a oggi, con l’avvento e la diffusione planetaria delle reti sociali abbiamo assistito a una progressiva “sincope del pensiero” testimoniata da una messaggistica costituita da un lessico uniformato e piatto, testimone di un pensiero altrettanto arido e inaridente. Sono tutte lì, nel telefonino, alcune applicazioni enormemente utili, insieme con le più futili e diviene sempre più difficile distinguere le une dalle altre. Talune applicazioni dice Sergio Luciano sono palesemente turpi, e sono sempre lì, con le loro insidie.
Ma come si è giunti a questo? Giulio Malgara, e Paolo Possamai in un fluido dialogo a volte scoppiettante, ci hanno condotto nell’evoluzione della pubblicità, specie televisiva, dalle sue origini fino ai giorni nostri, illustrandone i fini, i risultati ottenuti, la funzione di volano dell’economia. Per me che scrivo risulta difficile capire chi sia uovo e chi gallina, fra sviluppo economico e pubblicità del marchio e del prodotto. Per Giulio Malgara la pubblicità è il motore dello sviluppo e lo dimostra con esempi pratici nel suo libro: Uno spot ci salverà. E’ una biografia, ma è anche un saggio sull’origine, la crescita e la fase discendente di un tipo di comunicazione commerciale tesa a promuovere marchi e visioni insieme ai prodotti. Analisi di mercato e necessità collettive impostavano campagne di pubblicità onesta ove si cercava di promuovere una appartenenza, una identificazione comune. Saggio e biografia, in quanto la attività professionale dell’autore si sovrappone alla parabola del tipo di comunicazione preso in esame. Tutte le principali tappe sono vissute i descritte dall’autore Giulio Malgara in prima persona. Viene anche fornita una descrizione del capitalismo e di molti capitalisti italiani e internazionali, conosciuti personalmente dall’autore. Si accenna alla progresiva finanziarizzazione dell’ economia, con la perdita di rilevanza del marchio e del processo di identificazione collettiva del consumatore e sua fidelizzazione che hanno portato a un distanziamento del consumatore dal dal mezzo espressivo (la pubblicità televisiva). Un simile divenire viene ricondotto anche alla guerra fra i potenti dell’economia che conosce poche tregue. In tale contesa talvolta qualcosa sfugge e si consumano tragedie che portano anche a suicidi, come ahinoi fu per Raul Gardini e altri. Nel fare affari di grossa o enorme portata economica si può e si deve prevedere la morte di uno degli attori, ma il suicidio no! Quest’atto non è la perdita di uno dei giocatori di una ipotetica partita, ma è un rifiuto delle regole del gioco, accompagnato per giunta da un atto di accusa sotteso e inappellabile. Con umanità e rispetto anche questi argomenti sono stati trattati ieri pomeriggio e sono presenti nel libro.
La progressiva perdita di importanza del canale comunicativo e il mutare delle necessità dei committenti e destinatari sono fra le cause del perduto potere evocativo della pubblicità. E’ possibile tuttavia che sia un planetario spot pubblicitario informativ0 ed educativo prodotto da leaders che possano definirsi tali, accompagnato da adeguate misure di supporto a salvarci dalla pandemia. E’ quanto ha auspicato Vittorio Ravà anticipando e rubando il tempo ai relatori.
La serata si è conclusa con la consegna da parte mia di una riproduzione di un manifesto della Raccolta Estense del 1900 della ditta Marinoni (bisnonno del nostro autore Giulio Malgara) e un buon aperitivo offerto dall’autore in sala Benedetto Pelà.
Ho scritto queste poche righe per i soci che non potevano essere presenti ieri. Propongo la lettura e se vi fossero domande Giulio Malgara che è nostro socio sarà contento di rispondere.
Este, 16/12/2021 Il Presidente (Dott. Mario Pasetti)
Caffè Greco n.58
del mercoledì 01-12-2021
Claudio Povolo si occupa di storia a tempo pieno e lo fa per professione. Antropologia giuridica e storia delle istituzioni politiche sono solo alcune delle sezioni superspecialistiche di cui si occupa e si è occupato. Di recente è uscito per “cierre edizioni” il saggio dal titolo.” Il frate, il conte, l’antropologo“che suggerisco e propongo.
La vicenda plurisecolare delle reiterate effrazioni alla sepoltura di Petrarca fa da sfondo e costituiscono l’argomento del trattato che è la prosecuzione ideale degli articoli di Patrizia Veronese pubblicati sul numero 59/60 di Terra d’Este.
Il trattato in oggetto è scritto da uno storico e arricchito da un’ accurata bibliografia che descrive le fonti, ma si legge come un romanzo e il lettore, con l’aiuto delle note, distingue con chiarezza il vero e documentato, dal verosimile e circostanziato. Le considerazioni storiche, culturali, sociologiche e atropologiche forniscono molteplici spunti di riflessione.
L’opera si sviluppa in diciassette capitoli che accompagnano il lettore verso una conoscenza dell’evoluzione della società dal seicento ai giorni nostri, dalla data cioè dell’inizio della storia fino al 2003 anno in cui un test del dna ha stabilito che il cranio e il resto dello scheletro contenuti nella sepoltura del Petrarca sono di persone diverse.
Semplici i fatti, ma complesse le motivazioni allo scempio da parte dei vari attori. Molte ipotesi vagliate da Claudio Povolo tutte bene documentate e circostanziate fanno assumere al trattato un aspetto quasi di romanzo psico-giallo.
Mi risulta impossibile riassumere lo svolgimento e anticipare il finale, intuibile forse, ma il piacere della lettura deriva dal percorso, dallo sviluppo del viaggio e non dalla meta finale.
Dopo l’esposizione dell’autore si è innescata, una nutrita serie di interventi con il contributo dei presenti che ha toccato aspetti della società contemporanea quali superstizione, senso di appartenenza, tifo sportivo, magia, feticismo, darwinismo, concetto razza e razzismo e che ci ha trattenuti a lungo in sala.
Segnalo che l’autore Claudio Povolo e Mauro Vigato (anche quest’ultimo compartecipe della relazione) collaborano con la nostra rivista fin dalla sua nascita.
Fra i presenti una socia, ex allieva presente in sala, ha salutato e ringraziato l’autore per i corsi frequentati all’università. La cosa è sfuggita ai più ma mi ha emozionato un po’.
Ringrazio tutti i soci presenti , il prof. Claudio Povolo e Mauro Vigato.
Este, 02/12/2021 (Mario Pasetti)
Caffè Greco n.57
Mercoledì 24-11-2021
Francesco Jori, socio del nostro Sodalizio, ieri con grande capacità comunicativa ci ha parlato del Polesine, del percorso dalla devastazione del 1951 ai giorni nostri.
Il reddito pro capite del Polesine attualmente si colloca al di sopra della media nazionale da molti anni. Negli anni ’50 del secolo scorso era fra le zone economicamente più depresse della nazione, malnutrite e con forte incidenza dell’analfabetismo.
E’ riuscito a trasformare quelle che potrebbero essere delle criticità in veri e propri punti di forza, volani di indotto occupazionale. E’ riuscito a trarre vantaggio dalla mancanza o assenza di dannose cementificazioni valorizzando un paesaggio molto antropizzato, ma senza degrado.
Storicamente è sempre stato in equilibrio precario con le acque dei suoi fiumi; le bonifiche dapprima benedettine, successivamente veneziane e attualmente gestite dai consorzi hanno generato il paesaggio attuale, integrazione felice fra antropizzazione, natura, agricoltura, e altre attività anche industriali. Non dimentichiamoci infatti che quando si sale su una giostra a Orlando in Florida (Disneyworld) probabilmente proviene da Bergantino, che spesso cozze e vongole e ostriche rosa che ci forniscono le pescherie provengono da Porto Tolle, che molti ortaggi sulle nostre tavole provengono da Lusia.
Lo sviluppo e le proiezioni future rosee sono state determinate in buona parte da lungimiranti investimenti specie sulle risorse umane, promossi da fondazioni e dalla programmazione a lungo termine congiunta con le università di Padova e Ferrara che hanno fatto sorgere a Rovigo corsi universitari legati alle esigenze del territorio ( es ingegneria idraulica). La cultura come fattore trainante di sviluppo e benessere dunque. Un esempio possibile che andrebbe declinato con maggiore frequenza.
il percorso che ha portato ai risultati sopradescritti è stato lungo e nasce da una catastrofe di proporzioni bibliche, l’alluvione del novembre del 1951. Viene descritta puntualmente da Francesco Jori, con cifre che impressionano ancora oggi. Le cronache giornalistiche e taluni cinegiornali dell’epoca sono documenti fondamentali per la ricostruzione di quello che divenne anche un grande caso mediatico e una grande fucina di idee e di opportunità individuate, colte e valorizzate. Fin dal consumarsi della tragedia, il nostro relatore pone l’accento sulla volontà di resistere delle persone coinvolte descrivendone la tenacia, caparbietà, priorità e valori, fattori indispensabili per comprendere la ricostruzione e la rinascita con orizzonti nuovi.
Fin dai primi giorni della tragedia Monselice divenne centro di smistamento per i profughi e alcuni soci presenti in sala hanno fornito le loro testimonianze ricordando le famiglie ospitate i disagi patiti e la vastità degli allagamenti.
Dei quasi duecentomila sfollati ben ottantamila non fecero ritorno. Un’intera generazione venne perduta. Come fu possibile rinascere?
Tenacia e applicazioni costanti sono gli ingredienti della rinascita, insieme con scala di valori. Dare la stessa importanza alla scuola del paese e alla casa di abitazione, alla società e all’individuo. In questi valori i capitali e le risorse materiali profuse possono avere risultati, questa è la risposta di Franceco Jori
Una mostra a Rovigo curata dal nostro Socio ricorda gli avvenimenti e sarà aperta fino al 31/01/2022 e un libro : I giorni del diluvio il polesine e la grande alluvione del 1951 di Francesco Jori (edizioni biblioteca dell’immagine) racconta e documenta con numerose fotografie tragedia e rinascita. E’un testo che consiglio e raccomando.
Ringrazio di cuore Francesco Jori per il contributo alla qualità dei nostri incontri di Caffè Greco e gli faccio i migliori auguri.
Este, 25/11/2021 Il Presidente ( dott. Mario Pasetti)
Caffè Greco n.56
Mercoledì 17-11/2021
Insieme con il relatore, Past President, avv. Giovanni Cappellari, ieri abbiamo ricordato nel centenario dalla nascita un concittadino di adozione, poco noto ai più, al quale Este ha dedicato una via.
Parliamo di Mario Tognato, estense di adozione, padovano per nascita. La sala delle feste si presentava completamente occupata da spettatori ben distanziati nel rispetto delle norme covid. Anche le sale adiacenti erano utilizzate. Il relatore ha conosciuto personalmente Mario Tognato e gli successe come giovane avvocato nel’incarico di vicepretore in Este.
La relazione di ieri pertanto ha attinto alla conoscenza personale fra soggetto e relatore oltre che alla analisi accurata delle 2 importanti opere di Mario Tognato: “La Julia muore sul posto” e “l’Inverno di 20 mesi”. I libri descrivono le esperienze che maggiormente hanno segnato l’autore, vale a dire la sua partecipazione alla spedizione italiana in Russia del 1942 e successivamente la sua adesione alla resistenza con una partecipazione attiva anche al tragico epilogo della fine della guerra.
Sintetizzo in modo estremo quanto illustrato con molti particolari dall’avv. Giovanni Cappellari.
Maturato al Liceo Classico Tito Livio e iscritto a giurisprudenza, Mario Tognato viene arruolato come allievo ufficiale nel 1941, a vent’anni. Con il grado di sottotenente, dopo un breve periodo nella Francia occupata, viene inviato con la “Julia” nell’ agosto del 1942 in Russia sul fronte del Don. Nella battaglia del 30 dicembre del 41 viene ferito al braccio e rimpatriato dopo le prime cure in Russia. A guarigione avvenute viene inviato in Val d’Aosta come istruttore. Lì si trova all’otto settembre 1943 e dopo pochi giorni decide di non aderire alla Repubblica Sociale e insieme con alcuni commilitoni si dà alla macchia intraprendendo un lungo cammino verso le sue e le nostre parti.
Molto si adopera nella resistenza ricoprendo per un certo periodo anche l’icarico di vicecomandante della Brigata Pierobon. Molto attivo nei territori a lui noti, nella zona di Arsiero, Astico e val Posina dapprima e successivamente nelle zone dei Colli Euganei riesce ad armare e coordinare gruppi di resistenti e raggiunge un peso sufficiente per potere essere rifornito da lanci di materiale paracadutato.
Un tentativo di trasferimento di materiale bellico verso le zone lagunari viene tuttavia intercettato dai fascisti delle Brigate Nere e viene arrestato, interrogato, e subisce una condanna a morte nel 1944.
Una fortunosa e fortunata evasione lo vede riparare dapprima a Milano e poi a Lugano ove lavorerà con i servizi segreti americani, allora OSS e non ancora CIA. Collabora con il capitano Daddario e insieme a lui, a guerra appena finita, riuscirà a arrestare e tradurre il maresciallo Graziani a Milano sottraendolo a probabili linciaggi o esecuzione arbitraria. Concluso il periodo bellico rifiuta le proposte americane di continuare a lavorare per i servizi segreti, termina gli studi e si avvia alla avvocatura che svolgerà a Este. Successivamente collaborerà con ENI in numerose sedi all’estero e infine anche in Italia. Morirà a Padova nel 1988.
La presenza in sala e l’intervento del figlio ni Mario Tognato, il dott. Paolo Tognato ci ha fatto comprendere più a fondo il personaggio, le sue vicissitudini e le numerose domande hanno animato la serata.
In particolare, la maturazione da aderente all’ideologia fascista (fu volontario in Russia) a attivo antifascista, avviene secondo il figlio Paolo proprio sul campo, durante il periodo bellico, e fu iniziato da motivi umani e umanitari constatando le condizioni dei civili nelle zone di occupazione militare tedesca per poi maturare in una coscienza democratica, .
Vi sono delle differenze fra i libri pubblicati e i primi appunti autografi dattiloscritti e rilegati, mostrati nella serata. Potrebbe essere il caso di rifare anche la ristampa critica dei due volumi interessati. A tutt’oggi non si è trovata traccia dell’ordine fatale (La Julia muore sul posto ) e tantomeno della firma di Mussolini.
Mario Tognato, da civile non si risparmiava esperienze adrenaliniche alla guida di un aeroplano. Una vertiginosa picchiata verso il pennone della piazza maggiore di Este stroncò qualsiasi attitudine aviatoria del malcapitato Giovanni che gli sedeva accanto. Diceva di se stesso di essere stato graziato dalla sorte per tre volte: la Russia, la condanna a morte del ’44 e un pesante infarto che lo aveva colto.
Avrei trovato appropriato accompagnare la serata con il brano di Vasco Rossi “voglio una vita” (https://www.youtube.com/watch?v=CVRspuvw1cI) che penso si possa adattare al concittadino, rispettando però i gusti musicali dell’amico e relatore avv. Giovanni Cappellari, gli ho risparmiato il pezzo rock fornendo però il link per chi volesse ascoltarlo.
Un cordiale Grazie all’avv Giovanni Cappellari, Paolo Tognato , tutti i presenti e quanti hanno contribuito al rinfresco di chiusura e alle foto.
Este, 18/11/2021 Il Prasidente (dott. Mario Pasetti)
Caffè Greco n. 55
Mercoledì,10/11/2021
Il mondo diOscar Wilde (OW)
Nel pomeriggio di ieri la sala delle feste vedeva tutti i posti occupati e taluni soci si sono accomodati nelle sale adiacenti per ascoltare la prof. ssa Mariarosa Marchetti. Il titolo dell’incontro identifica solo parzialmente la trattazione, che definirei Forlesung, alla tedesca.
La sequenza e la modalità del’ esposizione e i suoi tempi, illustrano sì vita e opere dell’autore, ma l’appropriata sovrapposizione di circostanze storiche e personali delineano moralmente la società contemporanea e la persona di OW. Ogni mio tentativo di riportare la relazione di ieri non può che essere limitato e non vorrei fosse limitante del valore dell’ originale.
Scrivo per qualche socio impossibilitato nella presenza, che ama leggere quanto proponiamo .
OW visse e scrisse nel periodo della massima espansione dell’impero britannico, della sua economia e del suo potere. I cittadini ne erano orgogliosi, erano persuasi che modello sociale , valori , cultura fossero da radicare nella società e da esportare.
La produzione letteraria era orientata al pragmatismo, gli scritti dovevano essere utili, didattici. Ben diversamente da oggi, i testi, tranne poche eccezioni erano privi di immagini o illustrazioni.
OW fu punito per non adeguarsi a questo costume , a questa morale corrente ( lat. mos moris = morale, ma anche usanza, consuetudine ecc.).
Dopo una rapida ma profonda analisi del mondo esteriore, la prof. ssa Mariarosa Marchetti ci introduce nel mondo interiore di O W.
Se in una cultura pragmatica e utilitaristica l’arte imita la vita, per OW la vita imita l’arte fino a divenire essa stessa arte. Si attua un capovolgimento dei canoni correnti da parte di un personaggio che diviene, o forse lo nacque , wit, snob, genio e dandy.
Per il termine wit possiamo utilizzare la traduzione di spiritoso, pronto, arguto; per gli altri valgono gli esempi (Cacciari per lo snob e Lapo Elkann e Mughini per il dandy).
OW Si sposa con Constance Lloyd che le rimarrà accanto anche nei momenti peggiori . Da lei ha due figli.
Il ritratto di Dorian Gray del 1890 e le due opere teatrali del 1895 L’importanza di chiamarsi Ernesto e Un marito ideale vengono prese in esame, fra la ricca produzione di OW:
Nelle opere teatrali la prof. ssa Mariarosa Marchetti ci segnala lo snobismo , avidità, ipocrisia , classismo , superficialità, arrivismo dei personaggi e della società del tempo.
OW osserva e descrive questi aspetti della sua società, non cerca di combatterli, di cambiarli, li deride, ma lui ci sta bene nella sua società, forse ama sentirsi pecora nera, nel gregge delle bianche però. Suoi contemporanei G. B. Shaw e Ibsen avevano atteggiamenti differenti.
Tessera dopo tessera la relatrice costruisce un mosaico molto più complesso di persona e società.
.L’artista è colui che crea qualcosa di bello
Non esistono libri morali o immorali, i libri sono scritti bene o male
L’artista può esprimere qualsiasi cosa: vizi e virtù sono il suo materiale per l’arte
Tutta l’arte è “useless”
Sono citazioni dalla prefazione del Ritratto di Dorian Grey.
Erano le convinzioni di OW , erano la sua vita.
Il romanzo ebbe un grosso successo popolare ma venne giudicato immorale dalla critica specie per le implicazioni omosessuali, per la forte presenza dell’elemento soprannaturale, e per l’edonismo che non si conciliavano con la morale corrente .
“Lo scopo della vita è la piena realizzazione di sé , dando forma a sentimenti, pensieri e sogni per perseguire un ideale ellenico… siamo puniti per le nostre rinunce… L’unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi. “
“ Io invecchierò ma il mio ritratto rimarrà giovane per sempre. Magari accadesse il contrario, per questo darei tutto, anche la mia anima. Quando capirò che sto invecchiando, mi ucciderò. Sono geloso del mio ritratto, vorrei che fosse il quadro a invecchiare e io potessi essere così per sempre”
Sono ancora citazioni dal romanzo.
Vita e arte fuse insieme a costituire un’unica lega.
Nel 1891 la conoscenza di Lord Alfred Douglas (Bosie) sfocia in una relazione. Lettere di OW pubblicate postume proiettano su questo ombre sinistre. L’autore descrive la relazione “impoverimento e inaridente” della sua capacità letteraria oltre che della consistenza patrimoniale, velocemente prosciugata.
Una società così snobista, avida, ipocrita , classista , superficiale, arrivista rigidamente moraleggiante mal sopportava un OW. che viene accusato dal padre di Bosie di avere traviato il figlio. Il suo mondo gli si rivolta contro, lo emargina e lo espelle.
Nell’epoca vittoriana bigotta e benpensante non viene mai pronunciata la parola omosessualità, ma girata in comportamento turpe, traviamento della gioventù e altri termini simili.
Nel processo si usano parti del testo del Dorian Grey come capi d’accusa, però altre parti del testo vengono utilizzate dalla difesa.
Viene condannato, la condanna prevede anche due anni di lavori forzati che lo avrebbero demolito letteralmente.
La vicenda mi ricorda quella di Socrate (che OW ben conosceva).
Potrebbe esiliarsi, magari in Francia dove lo spirito era differente, forse anche per i rinnovamenti sociali napoleonici, ma decide di non fuggire.
Tutto sommato lui irrideva sì la società, accettandola però.
Forse lì, al momento della condanna, nelle sue decisioni, trasformando la propria vita in tragedia ha voluto vivere e percepire la vita arte. Tragica.
Muore in Francia non molto dopo avere finito di scontare la pena.
Abbiamo detto che la vita era arte, a questo punto non avendo più la vitaarte (sic) abbiamo solo la vita (finita, andata) e l’opera che è quanto ci rimane.
ci lascia con due frasi che completano il mosaico: “Nessuna donna è un genio, le donne sono un sesso decorativo, non hanno mai nulla da dire, ma lo dicono in modo affascinante. Le donne rappresentano il trionfo della materia sulla mente, proprio come gli uomini rappresentano il trionfo della mente sulla morale”
La prima non voglio commentarla.
La seconda : “C’è una morale terribile in The Picture of Dorian Gray, una morale che i lascivi non coglieranno, ma che sarà rivelata a chi ha una mente sana. E’ un errore artistico? Temo di sì. E’ l’unico errore del libro” (OW)
Io non concordo con OW, colgo qualcosa di diverso: l’emergere finale dell’etica (ethos), universale, trascendente sulla morale (mos moris), particolare immanente, in quest’opera particolarmente in conflitto fra loro. Se così fosse si capirebbe anche il suo modello ellenico citato in precedenza.
Ringrazio anche a nome del Gabineto di Lettura la prof. ssa Mariarosa Marchetti per il bellissimo saggio e spero in ulteriori incontri .
Il maestro Tommaso Boggian ci ha deliziati infine con un graditissimo concerto al pianoforte con musiche di Brahms, Mozart, Bach, Beethoven.
un sentito e riconoscente grazie.
Este, 11/11/2021 Il Presidente (dott. Mario Pasetti)
3/11/2021 Caffè Greco n.54
Ringrazio tutti i partecipanti e il relatore Pippo Sapienza per la serata di ieri. L’incontro si è rivelato non scolastico, intriso di contemporaneità. Lo spunto è stato la descrizione del canto quinto dell’Inferno dantesco, ma gli argomenti toccati sono stati molto contemporanei e cerco di riassumerli, a beneficio degli interessati che non hanno potuto essere presenti ieri.
Partendo da una breve descrizione dell’Inferno dantesco, dalla configurazione morfologica della voragine che lo contiene, prof. Pippo Sapienza riassume quanto accaduto in precedenza per passare a illustrare il secondo cerchio che accoglie Paolo e Francesca.
La chiave di lettura propostaci è psicologica, ove Dante , impegnato nel suo viaggio di purificazione e ricerca della perfezione cristiana, sembra quasi combattuto fra desiderio di perfezione e empatia istintuale. I dannati staranno insieme in un turbine di aer perso che li trasporta senza posa. Ai nostri occhi la pena sembra un coronamento al loro sogno di vicinanza eterna ove l’unico, ma non da poco supplizio, sta nel non toccarsi e non fermarsi mai! il duplice omicida sconterà ben altra pena (alla Caina ) confermando la gravità ben maggiore della sua colpa.
E’ audace parlare si empatia, o di simpatia ( sentire insieme) di Dante nei contronti dei due, tuttavia il dualismo fra ragione e sentimento non è risolvibile. Sopraffatto dalla tensione, alla fine del canto Dante sviene.
Caddi come corpo morto cade sono le parole di Dante. Il verso tocca uno dei mumerosi vertici della sua poesia e della sua lingua. Il Fondatore della lingua italiana ci parla da settecento anni con la lingua di oggi.
L’industria del turismo ha sfruttato l’opportunità offerta dalla Divina Commedia anche facendo di Gradara la meta di frettolose coppie che desiderano farsi il selfie infilando le proprie teste nelle sagome di cartone dei due malcapitati. A completare questo vi sono anche delle discutibili ricostruzioni ambientali in una sorta di finto museo evocativo. Personalmente preferisco starne alla larga.
Il prof. Sapienza ci dice chi siano i personaggi insieme a Paolo e Francesca, storici e letterari, non esistiti storicamente, che scontano la stessa eterna condanna, ma ugualmente vivi nel poema. Potere della suggestione!
Ma la poesia, l’arte, è davvero così suggestiva? Può divenire realtà essa stessa?
La realtà esiste di per sè o esiste solo la percezione nostra di essa? Quest’interrogazione è irrisolta e attuale da sempre. Per il Prof. Sapienza la risposta è: prendiamone atto. Come si spiegherebbero altrimenti le morti per suicidio di numerosi lettori del Giovene Werther e di Jacopo Ortis. Di questo non ne era a conoscenza Dante, ma certamente attribuiva tale potere alla letteratura, tanto da intraprendere e condurre il suo viaggio di purificazione.
Andiamo ad esaminare allora la lettura che accomunava Paolo e Francesca. I testi si trovano e sono diffusi a tutt’oggi. Spesso sono opere che parlano di amor cortese inizialmente, amor gentile, per trasferire in tempi successivi la narrazione su piani decisamente più sensuali, senza tacere talvolta aspetti piccanti. Siamo nel 1200, ma le forze che agiscono su di noi sono le stesse.
Ma siamo sicuri che fu un delitto mosso da movente passionale? Non del tutto sicuri dopo aver sentito il nostro relatore. In un sol colpo Gianciotto uccide Francesca, la moglie, e Paolo, il fratello.
E poi?
Gianciotto si risposa con una signora assai dotata e si libera del fratello, contendente nella divisione dell’eredità paterna. Era una strage dolorosa, forse, ma assai conveniente patrimonialmente.
.. E oggi?
Il delitto d’onore era uno specifico reato, la rilevanza penale della causa d’onore fu espressamente eliminata, ma solo nel 1981. Eppure la Costituzione italiana è stata adottata il 27/12/1947. Abbiamo avuto una legge chiaramente discriminante e anticostituzionale per moltissimi anni. …
Non è stato trattato l’aspetto della diffusione dei femminicidi al quale dedicheremo le nostre attenzioni in incontri successivi forse in occasione dell’8 di marzo.
Ricordando anche Pia dei Tolomei si è conclusa la dissertazione dantesca e contemporanea. E’ stato come avere il Poeta fra noi, con l e nostre pulsioni e ambizioni.
Possiamo definire magica la serata.
Rigrazio Il socio Prof. Pippo anche anome di tutto il Gabinetto di lettura.
Este, 4 novembre 2021 Il presidente .
27/10/2021 Caffè Greco n.53
Onora il Gabinetto di Lettura la nomina proprio in giornata della socia prof.ssa Luigia Businarolo all’assessorato alla cultura del nostro Comune. Nelle recenti elezioni comunali si sono impegnati anche altri soci , anche in altri schieramenti. Ringrazio pertanto quanti si sono candidati per la loro disposizione a operare, dedicando tempo e risorse personali a favore della collettività. Auguro a quanti coinvolti direttamente nella nuova giunta comunale e consiglio comunale di bene operare a favore del bene comune. Auguro loro anche a nome di tutto il Gabinetto di Lettura che la esperienza iniziata porti grande maturazione civica personale e sia ricca di frutti per tutti. Rinnovo in queste righe quanto detto ieri alla nostra socia nel presentarla all’uditorio che riempiva la sala delle feste del Gabinetto di Lettura e occupava anche le sale adiacenti.
La dissertazuione dantesca della prof.ssa Luigia Businarolo risulta per me impossibile da riassumere, ma ci provo.
Nel descrivere Este e i nostri territori nell’oper a di Dante, la relatrice ci ha ricordato l’Italia del tempo, l’etica e le vicissitudini personali del Poeta partendo dai personaggi e luoghi citati.
L’aldilà di Dante è talmente orientato all’aldiquà e così universale nei valori che rendono ancora suggestiva e attraente la sua opera anche dopo settecento anni.
L’italia invocata più volte dal Poeta, allora inesistente, era un’idea, un’utopia forse profetica, ma molto avvincente pure ai giorni nostri.
I personaggi analizzati dalla prof.ssa Luigia Businarolo sono : Obizzo II, Azzo VIII e Cunizza da Romano figlia di Ezzelino, Sordello da Goito. Il primo lo troviamo nell’inferno immerso nel Flegetonte fra i tiranni, con la pena massima; il secondo viene solo indirettamente citato e adirittura non nominato direttamente nel purgatorio, da Jacopo del Cassero, il quale riferisce che Azzo odia più del dovuto, la terza in Paradiso. Partendo appunto da loro, la relatrice ci ha suggerito e proposto, circostanziandola dettagliatamente, anche la chiave di interpretazione etica dei passi letti in sala, collegandola ai tempi e alle traversie del Poeta e alle azioni di altri attori quali Ezzelino da Romano e Cangrande della Scala.
In un periodo storico di transizione da una fase comunale verso la fase delle signorie ove acune casate estendevano influenza e potere, costantemente ingaggiate in difficili e precari equilibri fra impero e papato, anche tensione esistenziale del poeta (esilio in primis) riesce a influenzare il giudizio etico . (Esisterà mai l’assoluto?) .
Citando poi Pietro Bembo, la prof.ssa Luigia Businarolo ci ha fatto percepire come nel corso dei secoli Dante e Petrarca e le loro opere siano state diversamente valutate dai varì critici. Ci ha anche suggerito la lettura di “L’Italia di Dante” di Giulio Ferroni che so essere disponibile pure in versione elettronica per gli appassionati di turismo culturale .
Eccezionale cerchio aperto e chiuso! Sono state esaurientemente evase alcune domande degli intervenuti. Grazie Luigia!
A conclusione della bella serata abbiamo assistito alla performance pianistica del maestro Tommaso Boggian che ci ha proposto varì pezzi spaziando da Mozart a Rachmaninoff passando per il jazz con grande soddisfazione di tutti i presenti.
Ringrazio anche Marta e quanti si sono adoperati per la organizzazione della serata, aperitivo compreso,(Grazie Eliseo per le foto!).
Mercoledì prossimo sempre alle 18,00 il socio prof. Pippo Sapienza ci parlerà di Francesca da Rimini. Un delitto d’onore nella Romagna del Duecento. Sarà una serata di sicuro effetto vista la preparazione del relatore.
Invito quanti fra i soci non lo hanno ancora fatto a provvedere alla regolarizzazione delle quote sociali degli anni 2020 e 2021 versando i 240 (per anno ) euro o in sede nell’orario di apertura oppure agli IBAN a piè di pagina.
Grazie per l’attenzione
Este 28/10/2021 il presidente .
20/10/2021 Caffè Greco n.52
Una edizione molto partecipata da parte dei soci che non si sono limitati ad ascoltare, intervenendo con personali considerazioni e ricordi. L’argomento verteva sull’operato di Antonio Guariento. Era il secondo incontro col dott Michele Santi e con la sua tesi di laurea sul concittadino. Ci ha illustrato dettagliatamente, con le documentazioni trovate, la sua attività di deputato alla costituente e di parlamentare. Ne è emerso il carattere del personagio, pratico, poco incline alla speculazione e totalmente estraneo alle dinamiche politiche come le intendiamo noi oggi. Il dott Santi ci ha parlato della sua presenza assai rappresentata nelle commissioni tecniche parlamentari e poco nelle discussioni politiche in aula .
I ricordi personali riportati da numerosi soci presenti in sala ne hanno unanimemente delineato le caratteristiche di assoluta onestà e di profonda sensibilità e disposizione a farsi carico di problemi prevalentemente pratici che affliggevano numerosi concittadini lungo il periodo dei suoi molteplici mandati. Numerose sono state le domande poste al dott Santi dai presenti, tutte evase con grande competenza e ricchezza di documenti.
A tutti i presenti e in particolare al dott. Michele Santi va il mio e nostro ringraziamento e gratitudine.
Il maestro Filippo Barbugian ci ha accompagnato verso la fine della serata con piano jazz&blues club facendoci ascoltare delle bellissime esecuzioni che testimoniano la sua attitudine nel fare sintesi fra i due generi musicali. In conclusione inoltre ci ha illustrato le caratteristiche dello strumento pianoforte. Mi sento di doverlo ringraziare sentitamente a nome di tutti i presenti. La sua professionalità concorre molto alla felice riuscita delle nostre serate.
Comunico inoltre ai soci che i prossimi due incontri di Caffè Greco saranno centrati su Dante Alighieri. Già altre volte abbiamo avuto Dante come protagonista e sempre sono stati incontri importanti. E’ per me un mistero come dopo 700 anni riesca ad essere così attuale.
Speriamo di essere numerosi.
Este, 21/10/2021 Il presidente
13/10/2021 Caffè Greco n. 51
Probabilmente noi tutti sentiamo la necessità e il piacere di stare insieme, mercoledì 13 ottobre la sala delle feste ha visto tutti i posti occupati e, anche aggiungendo le sedute necessarie abbiamo mantenuto un buon distanziamento che fortunatamente non è più obbligatorio. Ci tengo a questa precisazione per sottolineare la prudenza e la organizzazione che cerchiamo di mantenere a elevati livelli. I partecipanti erano più di quaranta .
Partendo dalla introduzione del dott. Mauro Vigato che ci ha descritto il processo per l’effrazione della tomba del Petrarca del 1630, tralasciando però i particolari più gustosi, per non togliere il piacere della lettura integrale dell’articolo presente nel numero 59/60 della rivista Terra d’Este, si è passati a una esposizione a tre voci. La presenza inaspettata, non programmata e assai gradita del prof. Claudio Povolo, vero esperto in materia, ha reso possibile questa chiacchierata non preparata svoltasi con continui richiami alle molteplici angolazioni di veduta dei fatti nei secoli. Solo per ricordare brevemente gli argomenti trattati, ricordo le realtà processuali, la composizione degli attori del misfatto del 1630, le conseguenze per gli stessi, i successivi avvenimenti nei secoli, le conseguenze dell’ editto di Saint Cloud di Napoleone, le teorie lombrosiane e molto altro.
Si è anche parlato dell’importanza di Terra d’Este e della evoluzione della storiografia nell’ultimo trentennio apprezzabile frequentando le sue pagine. Un ringraziamento va al socio Avv. Giovanni Cappellari che con sforzo e dedizione la dirige.
La conferma della curiosità suscitata sta nella quantità di copie della rivista che sono state richieste.
Segnalo anche il libro del prof. Claudio Povolo: Il frate, il conte e l’antropologo (cierre edizioni), vero esperto in materia e, vista la vivacità della serata spero che potremo in futuro avere ancora fra noi l’autore per proseguire la chiacchierata con nuovi spunti di riflessione.
(15/10/2021) Mario Pasetti
07/10/2021.
Finalmente, dopo la riapertura della sede sociale, siamo riusciti a riprendere anche l’attività culturale in presenza nel nostro Gabinetto di Lettura. Nel rispetto delle norme vigenti e della dovuta prudenza (green pass e abbondante distanziamento delle sedute in sala), ieri, il 6 ottobre , abbiamo tenuto la cinquantesima serata del Caffè Greco, riprendendo quella che era divenuta una apprezzata consuetudine, purtroppo interrotta dalle limitazioni dovute al Covid 19. Con un ulteriore sforzo organizzativo la serata è stata molto impreziosita da una proposta musicale dal vivo al pianoforte. Non nascondo che mi piacerebbe molto che questa combinazione divenisse una nuova consuetudine dei nostri incontri del mercoledì. Si prolungherebbe in questo modo anche l’0rario di apertura, rendendo fruibile il Gabinetto di Lettura ad una platea maggiore di soci.
Animatore culturale e musicale sono stati il prof. Michele Santi e il maestro Filippo Barbugian, ai quali va il mio e nostro ringraziamento.
La tesi di laurea discussa nel corso di quest’anno dal Prof. Santi e illustrata ieri è incentrata sulla attività di Antonio Guariento (1896-1975), deputato e sindaco di Este (1945-1964). Ieri si è parlato particolarmente della sua attività di Sindaco, lasciando l’ illustrazione dell’attività di deputato all’incontro programmato al 20 ottobre sempre nell’ambito del Caffè Greco. Ad arricchire la serata non è mancato il contributo di taluni fra i presenti delineando così anche le prerogative umane del Guariento.
Il Gabinetto di Lettura ha proposto alcune copie del numero di Terra d’Este dove si parla per esteso della attività dei sindaci del nostro territorio nel periodo fra resistenza e repubblica. Gli articoli presenti in tale numero di Terra d’Este sono citati nella tesi del prof. Santi.
Il maestro Filippo Barbugian, al pianoforte, ha condotto la seconda parte del nostro incontro proponendoci brani rielaborati dalla sua raffinata quanto competente sensibilità. Affermato e giovane pianista di Este, sta pecorrendo una personale strada di integrazione fra i generi blues e jazz. La sintesi dei due generi propostaci nella selezione di brani di ieri ha suscitato un generale apprezzamento.
Speriamo di riaverlo presto con noi.
Dalla pandemia stiamo uscendo abbastanza provati, anche finanziariamente . Invito i soci che non lo avessero ancora fatto a regolarizzare i pagamenti delle quote sociali per l’anno in corso e l’anno scorso. Le quote possono essere pagate in sede o con bonifico agli indirizzi presenti al piè di pagina.
Grazie per l’attenzione.
Il Presidente